Ristrutturare oggi: Il Retrofitting
Il Retrofitting
retrofitting ‹retroufìtiṅ› s. ingl. [der. di (to) retrofit, propr. «aggiornare retroattivamente»], usato in ital. al masch. – Nella tecnica, modifica di una macchina, di un apparecchio, di un impianto, ecc., operata con l’includervi i cambiamenti (sostituzione di parti, aggiunta di nuovi elementi) introdotti in modelli più recenti, allo scopo di soddisfare nuove esigenze o di corrispondere a requisiti normativi successivi al momento della produzione.
Cit. http://www.treccani.it/vocabolario/retrofitting/
Alle volte noi architetti tendiamo ad utilizzare parole inusuali per esprimere concetti semplici. Questo è il caso della parola “retrofitting”, che ai più risulterà ignota o indefinita, e che nasconde un significato forse banale e da sempre nei prontuari dei costruttori: recuperare l’esistente e adattarlo alle nuove necessità.
Il primo esempio che mi viene in mente è un’opera di architettura conosciuta in tutto il mondo: la Basilica di Vicenza di Andrea Palladio. L’edificio in stile gotico come saprete è stato modificato e stratificato attorno alle metà del 1500 per dare alla piazza della città un nuovo aspetto. Non è stato deciso di abbatterlo e ricostruirlo, ma di lavorare per strati e modifiche interne.
Come mai una scelta del genere? Costi eccessivi? Affezione all’edificio storico?
Ancora oggi ristrutturare presenta non pochi aspetti interessanti.
L’occasione della “ristrutturazione” apre, grazie anche alle nuove tecnologie, un universo di possibilità; ad esempio è possibile raggiungere livelli di performance energetica ottimi, con costi ed investimenti ridotti. Se attuata consapevolmente, la ristrutturazione è una scelta che impatta meno sull’ecologia ambientale, che oggi non è più un tema secondario nell’ambito edilizio. Tutti noi dobbiamo impegnarci per diminuire i consumi energetici, anche quelli nascosti e che non vediamo, per garantire un futuro al nostro pianeta e i nostri figli.
Mettersi a contare tutti i vantaggi del recupero di edifici esistenti per dargli nuova vita e nuove funzioni sarebbe lungo e noioso, oltre che superfluo; ma ci sono alcuni temi chiave e mai scontati.
Quindi: perchè ristrutturare un edificio?
- Motivo economico: acquistare un’immobile per ristrutturarlo potrebbe sembrare un investimento più oneroso che realizzarlo ex-novo, e inoltre le difficoltà realizzative sul nuovo sono estremamente inferiori rispetto a lavorare su edifici esistenti. Nella valutazione va tenuto conto delle agevolazioni fiscali per la conservazione del patrimonio esistente (50-65% per edifici singoli, fino all’80% sui condomini) oltre all’agevolazione dell’iva al 10%. Questo incide notevolmente sul costo finale! Oltre a ciò, molti possiedono una vecchia casa/appartamento appartenuto agli avi che si trova in condizioni di inagibilità per le ingiurie del tempo. Questi, che alle volte sembrano dei ruderi, possono diventare dei piccoli gioielli rurali e preservare tutto il loro fascino.
- Motivo ecologico: ci sono molti aspetti di tipo ambientale ma il primo è la riduzione del consumo del suolo, anche detta “cementificazione”. Realizzare una nuova abitazione comporta la realizzazione di una lottizzazione, rete di servizi elettrici, idrici etc. Comporta perciò molte aree impermeabili e la conseguente riduzione del suolo. Oltre a questo aspetto, ristrutturare un immobile significa anche salvaguardare parti di strutture esistenti che non dovranno perciò essere costruite. Il vantaggio ecologico è notevole, basti pensare ai chili di calcestruzzo armato risparmiato. Nel conto dell’incidenza ambientale di un materiale, calcolato in kg di C02/metro cubo, vanno inseriti anche il trasporto dello stesso, lo spostamento degli operai, il costo di produzione (es.altiforni) e di scavo (se di origine minerale).
- Motivo qualitativo: alcuni edifici storici hanno dei caratteri tipologici tipici della loro epoca di costruzione che oggi raramente sono replicati. Per fare un esempio: lo spessore delle pareti esterne degli edifici storici raggiunge facilmente spessori considerevoli con l’evidente vantaggio dal punto di vista del raffrescamento estivo. Un altro aspetto di qualità è la collocazione: infatti gli spazi liberi alla nuova edificazione sono sempre meno e spesso le posizioni più panoramiche o limitrofe al centro sono già occupati. In questi casi l’unica possibilità diventa la ristrutturazione.
Magari un appartamento invecchiato male può dare l’impressione di essere irrecuperabile e che sia quindi meglio abbandonarlo e “svenderlo” sottocosto piuttosto che investire ancora. Oggi può apparire umido e pieno di muffa, freddo ed inospitale, ma con degli interventi (alle volte nemmeno troppo invasivi) si possono raggiungere standard di comfort elevati e prestazioni energetiche superiori alla media
Abbiamo visto molti aspetti positivi, ma bisogna sapere che la ristrutturazione presenta anche molte difficoltà e bisogna essere pronti ad imprevisti durante i lavori. Lavorare su edifici vecchi di 50/70/100 anni è un’operazione delicata che necessita di cure e attenzioni e per questo è sempre meglio affidarsi ad un team di professionisti competenti che sapranno indirizzarvi verso le soluzioni più adeguate ad ogni caso specifico.